Dalla chat al profilo TikTok: così Padre Pio comunica oggi coi suoi fedeli. 46mila sono i follower della pagina “La tua forza”, impegnati ad ascoltare i consigli e le preghiere generate dall’IA del santo di Pietrelcina.
La chat con Padre Pio, diventata famosa pochi anni fa, dimostra come la tecnologia, inclusa l’intelligenza artificiale, possa essere adoperata per offrire nuove modalità di supporto spirituale e per rispondere alle esigenze delle persone in modi innovativi. Una comunità di fedeli che diventa community: a cercare senso di conforto e di vicinanza vi sono sempre più “pellegrini digitali”.
In questo mondo sempre più connesso si inseriscono i chatbot, software AI che simulano conversazioni umane (scritte o parlate), consentendo agli utenti di interagire con i dispositivi digitali come se stessero comunicando con una persona reale. I chatbot possono essere semplici, come i programmi che forniscono risposte con una singola riga, oppure sofisticati, come gli assistenti digitali che rielaborano informazioni complesse. L’efficacia delle risposte automatiche è migliorata in poco tempo, tanto da aver permesso la creazione di chat con persone non più in vita. Un esempio divenuto famoso in Italia è la chat con Padre Pio: collegandosi al portale Prega.org, ormai chiuso, e selezionando uno dei santi disponibili, gli utenti potevano avviare una conversazione virtuale. Dietro a ciò era coinvolta un’IA, studiata per rispondere con le parole e i pensieri del santo scelto.
Oggi gli ex utenti di Prega.org sembrano aver aderito con entusiasmo al cambio di piattaforma: niente più messaggi, ora la comunicazione di Padre Pio passa attraverso video a inquadratura fissa.
Con una voce robotica e monotonale, Padre Pio si presenta così sul suo profilo TikTok: “Mi chiamo Francesco Forgione, più conosciuto come Padre Pio, sono nato nel 1887 a Pietrelcina da padre Orazio e madre Maria Giuseppa”. Oltre alla biografia, ripresa dalla pagina Wikipedia, è possibile udire le parole “originali” del santo: non perché siano inedite, ma perché indotte dall’utilizzo degli strumenti IA. Sono questi stessi strumenti a permettere la grande diffusione e varietà tematica dei contenuti del profilo social.
I suggerimenti di Padre Pio toccano infatti i più svariati argomenti: “Le sante piaghe”, “Amore 360°”, “La storia della farfalla”, “Il carcere”, “I nostri cari in cielo”. Questi sono solo alcuni dei titoli che incuriosiscono i 46mila seguaci: la pagina passa quindi da contenuti motivazionali, come “Non mollare mai” o “Per la situazione lavorativa”, a preghiere più canoniche, “L’Eterno riposo in 5 lingue”. L’IA di Padre Pio non può, in ultimo, esimersi da questioni di attualità e politica: “Voglio ricordare a tutti che la guerra è la negazione di tutti i diritti e una drammatica aggressione all’ambiente. Se si vuole un autentico sviluppo umano, occorre proseguire senza stancarsi nell’impegno di evitare la guerra tra le Nazioni e tra i popoli”.
Mentre da una parte c’è chi trova conforto in questa presenza ultraterrena (sebbene in senso diverso), dall’altra c’è chi studia criticamente le implicazioni dell’IA. La clonazione vocale, una delle abilità più avanzate dell’intelligenza artificiale, solleva infatti diverse preoccupazioni, in particolare l’affidabilità e la veridicità delle informazioni. Il rischio di truffe tramite finte telefonate è solo uno degli esempi più evidenti; persino la storia potrebbe venir distorta: a dimostrarlo è il recente caso del discorso mai pronunciato di Hitler, creato artificialmente e diffuso su X da un influencer di estrema destra.
A partire dal potere generativo e manipolativo dell’IA, si fa sempre più urgente la necessità di riflettere non solo sulla sicurezza digitale in sé, ma soprattutto sulle modalità di protezione della verità e dell’autenticità nell’era digitale. Se la voce e l’immagine di qualcuno può essere facilmente falsificata, come possiamo essere certi della veridicità di ciò che vediamo?