Perché una ricerca su Google consuma energia? Ogni volta che utilizziamo Google per trovare informazioni e notizie, i server del colosso tecnologico processano i dati. Questo lavoro richiede energia poiché i computer devono “elaborare” e “cercare” le informazioni richieste.
La situazione non migliora quando si tratta di processi compiuti dall’intelligenza artificiale. Infatti, le ricerche che impiegano l’IA consumano ancora più energia. La complessità di queste operazioni richiede calcoli più avanzati per comprendere e rispondere alle nostre domande in modo preciso e rapido.
Le ricerche basate sull’IA richiedono così tanta energia che, riporta lo studio di Bradley Brownell, in un solo secondo, potremmo caricare sette auto elettriche. A livello di consumo giornaliero, è come se alimentassimo una nazione grossa come l’Irlanda.
Recentemente è stato stimato che l’addestramento di un modello linguistico di grandi dimensioni come GPT-3 utilizzi circa 1.300 megawattora (MWh) di elettricità; ossia la stessa energia consumata annualmente da 130 case americane. Per contestualizzare il tutto, lo streaming di un’ora di Netflix richiede circa 0,8 kWh (0,0008 MWh) di elettricità. Ciò significa che servirebbero 1.625.000 ore di serie TV per consumare la stessa quantità di energia necessaria per istruire GPT-3.
Quanto consuma il settore dell’intelligenza artificiale? Entro il 2027, l’intera industria dell’IA potrebbe consumare tra gli 85 e i 134 terawattora annui. La stima arriva da Alex de Vries, dottorando della VU di Amsterdam che su Joule ha calcolato l’impatto in base alle specifiche energetiche dell’hardware di Nvidia (e le relative previsioni di vendita) che rappresenta il 95% del mercato dei chip dell’AI Gen. Una seconda stima da prendere in considerazione è quella dell’Agenzia Internazionale dell’Energia che in un suo report ha calcolato la domanda di elettricità nei data center: attualmente il consumo energetico dei data center si aggira attorno ai 460 terawattora nel 2022 e potrebbe aumentare tra i 620 e i 1.050 TWh nel 2026, equivalenti rispettivamente al fabbisogno energetico di Svezia o Germania.