Abbiamo spesso discusso dell’impatto che l’intelligenza artificiale potrebbe avere sul mondo del lavoro, ma una recente notizia dalla Polonia fornisce uno spunto concreto di ciò che il futuro potrebbe riservare. Il 22 ottobre 2024, una radio polacca ha mandato in onda un’intervista con Wislawa Szymborska, poetessa e premio Nobel per la letteratura nel 1996. La stranezza? Szymborska è deceduta nel 2012 e l’intervistatrice, Emilia Nowak, non è reale.

In effetti, sia Szymborska sia la giovane intervistatrice erano riproduzioni create da intelligenze artificiali. Un’IA ha imitato la voce e i pensieri della poetessa, basandosi su interviste storiche, mentre un’altra IA ha posto le domande. Non è la prima volta che si sperimentano simili tecnologie: l’emittente Off Radio Krakow, parte del network Radio Cracovia, ha infatti già trasmesso programmi con conduttori generati dall’IA.

L’esperimento ha suscitato grande interesse, al punto che ne ha parlato anche il New York Times, mentre Mariusz Marcin Pulit, direttore della radio, è finito al centro di un acceso dibattito. Pulit si è difeso, descrivendo l’iniziativa come un tentativo di attrarre un nuovo pubblico — un obiettivo che sembra aver raggiunto, vista l’impennata di ascolti. Tuttavia, la vicenda è giunta anche all’attenzione del governo: il ministro della Digitalizzazione ha dichiarato su X che, pur supportando l’innovazione nell’IA, ritiene che si stiano superando alcuni limiti, aggiungendo che l’IA deve affiancare le persone, non sostituirle.

Questa controversia solleva interrogativi profondi su etica e innovazione, mettendo in discussione il ruolo e i confini dell’IA nella società e nel mondo della comunicazione.