Secondo Rene Haas, CEO di Arm Holdings, il crescente bisogno di potenza di calcolo dell’intelligenza artificiale sta minacciando di esaurire le risorse energetiche disponibili, mettendo in discussione l’approccio dell’industria tecnologica alla sua stessa evoluzione. Entro il 2030, i data center globali potrebbero consumare più energia di quanto faccia attualmente l’India, il paese più popoloso al mondo. Si fa sempre più urgente trovare modi per evitare la prevista triplicazione del consumo di energia.
“Affinché i sistemi di intelligenza artificiale possano migliorare, avranno bisogno di più formazione” – una fase che prevede il bombardamento del software con dati, come spiega Haas – “e questo andrà a scontrarsi con i limiti della capacità energetica”. In altre parole, l’ulteriore sviluppo dei sistemi di IA richiederà formazione, che comporterà l’elaborazione di enormi quantità di dati, aumentando così la domanda di energia.
Secondo Haas, l’adozione di più chip personalizzati potrebbe aiutare le aziende a superare i colli di bottiglia e a risparmiare energia, con la possibilità di ridurre la potenza richiesta dai data center di oltre il 15%. Haas ha sottolineato l’importanza di scoperte significative in questo ambito concludendo che qualsiasi soluzione che porti a una maggiore efficienza è cruciale e richiede un intervento tempestivo.