Dalle ultime previsioni relative all’impatto dell’Intelligenza Artificiale sul mercato del lavoro italiano emerge qualche preoccupazione: secondo l’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, si stima che, in Italia, fino a 4 milioni di posti di lavoro potrebbero essere sostituiti dall’IA entro il 2035. Questo settore ha visto infatti una crescita rapida, con un aumento del 52% nel solo 2023, raggiungendo un valore di €760 milioni.
Nonostante ciò, gli esperti riconoscono anche opportunità significative: seppur richiedendo competenze avanzate e capacità di integrare efficacemente le tecnologie emergenti, l’IA potrebbe generare oltre 2 milioni di nuovi posti di lavoro nei prossimi dieci anni. Secondo uno studio di Goldman Sachs, citato dal Financial Times e intitolato The Potentially Large Effects of Artificial Intelligence on Economic Growth, la capacità di generare contenuti in modo automizzato senza l’intervento umano potrebbe infatti portare «un progresso significativo con effetti macroeconomici potenzialmente importanti e potrebbe aumentare il PIL globale annuo del 7% nei prossimi 10 anni».
In questo ipotetico scenario, quel che è certo è che il mercato del lavoro futuro sarà guidato da nuove competenze, con un’enfasi particolare sulle soft skills. La comunicazione efficace, la capacità decisionale basata sui dati e una solida comprensione dell’IA saranno infatti fondamentali per distinguere i professionisti in un mercato in continua evoluzione.