La crisi climatica ed ambientale attuale, con le sue potenziali conseguenze catastrofiche sulla vita umana e sulla nostra stessa sopravvivenza, ha spinto la comunità internazionale ad assumere impegni ambiziosi per contrastare le emissioni climalteranti e proteggere l’ambiente.

In questa prospettiva, l’Unione Europea si propone di diventare un leader globale nella lotta al cambiamento climatico, puntando a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Gli obiettivi ambiziosi della transizione ecologica richiedono profondi cambiamenti nel modo in cui viviamo e produciamo, all’interno di un processo noto come “transizione ecologica“. In questo contesto, il rapporto tra attività umana e obiettivi ambientali diventa cruciale, soprattutto per quanto riguarda l’attività economica, la cui natura e limiti devono essere rivalutati alla luce del principio di sostenibilità. È fondamentale plasmare l’attività economica in linea con la legge naturale secondo cui “nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma”, riducendo al minimo le emissioni climalteranti e i rifiuti prodotti.

In questo scenario, emerge il tema della transizione digitale, che si affianca alla transizione verde e potrebbe rappresentare la chiave per raggiungere tali obiettivi ambientali ambiziosi. Da sempre, il progresso tecnico ha modellato i nostri modi di vivere, e non sorprende che oggi si ripongano grandi speranze nelle tecnologie digitali per realizzare i profondi cambiamenti richiesti dalla transizione ecologica.

Le speranze nell’accelerazione del mondo digitale sono alimentate dalla rapida crescita dell’IA. Questo sviluppo ha sollevato l’attenzione sull’importanza della transizione digitale per la transizione verde, riconosciuta dall’Unione Europea nelle sue politiche. Nel 2019, la Commissione europea ha identificato entrambe come priorità, sottolineando le interconnessioni tra di esse, definendo così le due transizioni come “gemelle”.

L’idea delle transizioni gemelle è stata ulteriormente sviluppata nella Relazione presentata dalla Commissione europea nel giugno 2022. Questo documento mette in luce come le due transizioni possano rafforzarsi reciprocamente, sottolineando l’importanza di far progredire entrambe di pari passo. La Commissione ritiene essenziale adottare una strategia che favorisca le sinergie tra le due transizioni e risolva le eventuali tensioni.

La nozione di “sostenibilità digitale” assume un ruolo sempre più centrale, rappresentando un concetto duplice che mira a funzionalizzare la transizione digitale a quella ambientale. Da un lato, si concentra sul potenziamento dell’impatto positivo delle tecnologie digitali per la sostenibilità ambientale, consentendo innovazioni che riducano le emissioni inquinanti e rendano più sostenibile la transizione verde anche dal punto di vista sociale ed economico. Dall’altro lato, mira a ridurre gli effetti negativi che lo sviluppo incontrollato del mondo digitale può avere sull’ambiente, garantendo che la transizione digitale sia guidata da criteri di sostenibilità. Questo approccio riflette l’importanza di considerare il digitale come strumento di supporto per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, mentre contemporaneamente si pone l’attenzione sul bisogno di indirizzare il digitale stesso attraverso principi di sostenibilità.

Una delle principali sfide nel contesto della sostenibilità digitale è il consumo energetico del settore digitale. Attualmente, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) sono responsabili di una percentuale significativa del consumo globale di energia elettrica e delle emissioni di gas serra. Questo consumo potrebbe aumentare considerevolmente con lo sviluppo del settore, sottolineando l’importanza di agire su diversi fronti. Questi includono la riduzione del consumo energetico delle tecnologie digitali stesse, l’aumento dell’uso di fonti di energia rinnovabile e la regolamentazione dell’uso delle tecnologie digitali per limitare gli “effetti di ricaduta”, ovvero le risposte comportamentali che possono controbilanciare i potenziali risparmi energetici.

È un argomento che l’Unione Europea ha già affrontato in diversi atti normativi. La Direttiva sull’Ecodesign 2009/125/CE, ad esempio, ha stabilito requisiti minimi obbligatori per l’efficienza energetica di alcuni prodotti, compresi i server e i prodotti per l’archiviazione dei dati. Inoltre, la nuova Direttiva sull’efficienza energetica 2023/1791/UE ha introdotto specifiche disposizioni per migliorare l’efficienza energetica dei data center.

Tuttavia, oltre all’impatto energetico, è importante considerare anche l’enorme quantità di materiali necessari per la costruzione e il funzionamento degli impianti e dei dispositivi digitali. C’è il rischio che, nel tentativo di affrontare le emissioni di gas serra, si creino nuovi problemi relativi all’uso eccessivo delle risorse naturali, portando potenzialmente a violazioni dei “limiti planetari” e a nuove minacce per l’umanità. Questo sottolinea l’importanza di una visione olistica e sostenibile nell’affrontare le sfide della transizione digitale e della transizione verde.

Anche per affrontare questo problema, l’Unione Europea ha introdotto importanti normative, sia settoriali che generali, incentrate sulla sostenibilità dei prodotti. Recentemente, è stato approvato il Regolamento europeo sull’ecodesign, che impone nuovi requisiti per rendere i prodotti più durevoli, riparabili, e riciclabili, oltre che efficienti dal punto di vista energetico. Un esempio concreto è il Regolamento della Commissione 2023/1670/UE che stabilisce specifiche per la progettazione ecocompatibile di smartphone, telefoni cellulari diversi dagli smartphone, telefoni cordless e tablet.

Tuttavia, c’è stata qualche delusione riguardo al Regolamento sull’IA. L’IA è un pilastro della transizione digitale in corso e la sua regolamentazione dovrebbe essere prioritaria per allineare questa transizione agli obiettivi della transizione verde. Tuttavia, alcuni ritengono che il testo del regolamento non dia sufficiente rilievo alla questione ambientale, soprattutto per il mancato riferimento al rischio di danni all’ambiente come elemento qualificante per i sistemi di IA ad alto rischio. Questo è visto come un’opportunità mancata per promuovere progressi significativi nell’integrazione delle due transizioni, fondamentale per il successo della transizione ecologica.