Daron Acemoglu, noto economista del MIT, solleva preoccupazioni riguardo l’entusiasmo crescente intorno all’intelligenza artificiale e il suo impatto potenziale sulla produttività. I mercati potrebbero avere sopravvalutato le capacità dell’IA, alimentando una sorta di bolla di aspettative che, se non attentamente gestita, potrebbe causare danni significativi.

Mentre l’IA è spesso presentata come la panacea per risolvere la stagnazione della produttività, Acemoglu avverte che l’aumento reale potrebbe essere molto più modesto del previsto. Le sue analisi indicano un possibile incremento della produttività totale dei fattori (TFP) negli Stati Uniti di appena lo 0,5%-0,6%, con un conseguente incremento del PIL di circa l’1% nei prossimi dieci anni. Questo scenario ridimensiona notevolmente le aspettative ottimistiche che circolano attualmente.

Acemoglu avverte che il rischio principale risiede in un’eccessiva fiducia nel potere trasformativo dell’IA, che potrebbe indurre aziende e governi a investire massicciamente in tecnologie che, senza i dovuti cambiamenti organizzativi e senza un’adeguata formazione dei lavoratori, potrebbero non offrire i risultati sperati. Un simile errore potrebbe portare a una cattiva allocazione delle risorse, sprechi finanziari e, infine, a una delusione collettiva, rallentando il reale progresso che l’IA potrebbe potenzialmente offrire. Insomma, l’eccessivo entusiasmo potrebbe indurre a grandi investimenti ma poco efficaci.

Va detto inoltre che l’adozione di nuovi strumenti per migliorare la produttività richiede un periodo di adattamento. Le nuove tecnologie, inizialmente, possono rappresentare un freno alla produttività, poiché aziende e individui spesso continuano a utilizzare vecchi metodi mentre si sforzano di apprendere e integrare quelli nuovi. Questo processo di transizione può ritardare l’emergere di benefici economici concreti, richiedendo diversi anni prima che i vantaggi si manifestino pienamente.

La sfida, secondo Acemoglu, è dunque quella di approcciare l’adozione dell’IA con cautela, garantendo che l’implementazione di queste tecnologie sia accompagnata da riforme strutturali e da investimenti nel capitale umano, in modo da evitare che la promessa di una rivoluzione nella produttività si trasformi in un’illusione insostenibile.